Peg (Margaret) Woffington (1720?-1760)
Margaret Woffington, nota come Peg, nacque a Dublino forse nel 1720 da una famiglia di umile provenienza. Si reputa che i genitori potessero essere un muratore e una lavandaia. A seguito della morte del padre, Margaret tentò di guadagnare qualche soldo per le strade della città, dove venne scoperta, iniziando a lavorare nel mondo del teatro principalmente per aiutare economicamente la madre e la sorella minore.
Nel dicembre del 1731, a soli 11 anni, prese parte nel ruolo di Macheath all’adattamento di “The Beggar’s Opera” di John Grey recitando con la Signora Violante’s Company of Lilliputians presso il teatro New Booth di Dublino. La compagnia intraprese poi un tour che la portò a Londra, all’Haymarket Theatre, dove cui interpretò la parte di Polly, nella stessa opera. Si crede che in questa produzione abbia recitato anche sua sorella minore, Mary, che non ebbe, però, un vero e duraturo successo come attrice. Grazie a questo precoce inizio, Woffington fu in grado di racimolare abbastanza denaro da permettere alla sorella minore di ricevere una buona educazione in Francia. Ancora troppo inesperta per i palcoscenici londinesi più illustri, iniziò una sorta di apprendistato presso l’Aungier Street Theatre di Dublino nella stagione 1734-35.
Recitò nel suo primo ruolo realmente rilevante nel settembre del 1735, quando impersonò Dorinda nell’adattamento di “The Tempest” portato sulle scene da John Dryden e William D’Avenant, proprio presso l’Aungier Street Theatre. Nello stesso teatro, durante le due stagioni successive, apparì poco frequentemente, ma in ruoli che avrebbero determinato la sua carriera futura. Tra questi si ricordano: Arabella in “The Honest Yorkshireman” di Henry Carey, Betty in “The Medley”, Rose in “The Recruiting Officer” e Oriana in “The Inconstant” di George Farquhar, e Ophelia nell’ “Amleto” di John Ward del 1736-37. La sua ultima apparizione all’Aungier Street risale al settembre del 1737, mentre le successive notizie della sua presenza sulla scena riportano la data di dicembre 1739, quando interpretò nuovamente Polly in “The Beggar’s Opera”, per la prima volta durante la sua carriera adulta. Si ritiene che nell’anno che intercorse tra queste due date, si fosse unita alla compagnia di Henry Delamaine, che la portò a esibirsi presso le fiere di St Germain e St Laurent e all’Opera Comique di Parigi. Tornata a Dublino, al ruolo già citato di Polly seguirono quello di protagonista in “The Fair Quaker of Deal” di Charles Shadwell, di Nell in “The Devil to Pay” di Charles Coffey, di Phillis in “The Conscious Lovers” di Richard Steele, di Silvia in “The Recruiting Officer” e ancora il ruolo principale in un’altra opera di Steele, “The Female Officer”.
Poté cimentarsi, grazie al suo fisico snello e ben proporzionato, anche in ruoli en travesti, in cui conseguì un immediato successo, interpretando Sir Harry Wildair in “The Constant Couple” di Farquhar nell’aprile del 1740. Immediatamente dopo, Woffington abbandonò le scene di Dublino per recarsi a Londra. Il suo primo ruolo lontano dall’Irlanda fu quello di Silvia in “The Recruiting Officer” nel novembre del 1740, messo in scena al Covent Garden, amministrato in quel periodo da John Rich. L’interpretazione le permise di mettere in mostra le sue immense qualità, in quanto si cimentò con eleganza e maestria allo stesso tempo in ruoli maschili e femminili. Impersonava in maniera talmente straordinaria Sir Harry Wildair da oscurare quasi tutte le altre performance nei panni di personaggi femminili, quali Sadlife in “The Doble Gallant” di Colley Cibber e di Aura in “The Country Lasses” di Charles Johnson. Nel periodo compreso tra il suo debutto inglese e l’aprile 1741 quando lasciò la compagnia di Rich, si cimentò in molti altri ruoli, tra cui la shakespeariana Cordelia in un adattamento del “King Lear” operato da Dennis Delane, Elvira in “The Spanish Fryar” di John Dryden, Hoyden in “The Relapse” di John Vanbrugh, Hellena in “The Rover” di Aphra Behn e Laetitia in “The Old Bachelor” di William Congreve.
Dopo una breve parentesi presso il Goodman’s Fields Theatre, Woffington si trasferì al Drury Lane sotto la guida di Charles Fleetwood. Lì ampliò enormemente il suo repertorio, soprattutto attraverso altri ruoli shakespeariani come Rosalind in “As You Like It”, Adriana in “The Comedy of Errors”, Nerissa in “The Merchant of Venice” e Helena in “All’s Well That Ends Well”. Si esibì inoltre in rappresentazioni di Lady Brute in “The Provoked Wife” di Vanbrugh, Belinda in “The Man of Mode” di George Etherege, Lady Betty Modish in “The Careless Husband” di Cibber e Clarissa in “The Confederacy” di Vanbrugh. La vastità dei ruoli interpretati è straordinario soprattutto se analizzata alla luce del fatto che Woffington si trovava solo al settimo anno di attività professionale e che aveva appena vent’anni. Si può inoltre riscontrare una tendenza sempre più marcata verso personaggi di commedie, soprattutto quelli di mogli maltrattate. Il grande successo nell’interpretazione tragica le giunse grazie al ruolo di Cordelia al fianco di David Garrick nei panni di Lear, portato in scena una sola volta il 26 maggio 1742. A partire da questa collaborazione, nacque tra i due una relazione amorosa che durò per diversi anni, nonostante la supposta infedeltà di Woffington. Insieme, i due recitarono durante la stagione estiva a Dublino, sotto l’egida di Thomas Phillips presso il suo Smock Alley Theatre. Fu una collaborazione di grande successo sin dalla prima rappresentazione, che li vide interpreti di Lady Anne e Richard in “Richard III”, fino all’ultima risalente ad agosto dello stesso anno, in cui ella riprese le vesti di Silvia mentre Garrick si cimentò per la prima volta in quelle del Capitano Plume in “The Recruiting Officer”. Precedentemente, durante il mese di luglio, furono Ophelia e Hamlet, personaggio mai interpretato prima dall’attore. I due approfittarono della tournée irlandese per affinare la propria arte, l’uno attraverso la sperimentazione di ruoli fino ad allora mai provati, l’altra tramite il consolidamento delle abilità comiche e l’approfondimento di personaggi del repertorio tragico. La coppia tornò a Londra alla fine dell’estate e si stabilì in una casa nei pressi di Covent Garden. I due continuarono a lavorare insieme al Drury Lane durante la stagione 1742-43, periodo in cui Woffington sperimentò alcuni nuovi ruoli, come quello di Charlotte in “The Wedding Day” di Henry Fielding e di Lady Lurewell in “The Constant Couple” di Farquhar, nel quale il personaggio di Sir Wildair fu affidato proprio a Garrick.
Durante il mese di settembre del 1747, con l’inizio della nuova stagione teatrale, gli attori si appellarono al Lord Chamberlain per risollevare le sorti del teatro, portato economicamente allo stremo dalla cattiva gestione di Fleetwood. Molti attori della compagnia abbandonarono il Drury Lane, ma Woffington decise di rimanere e aggiunse al suo già vasto repertorio nuovi ruoli, tra cui quello di Mistress Ford in “The Merry Wives of Windsor” e di Portia in “The Merchant of Venice”. La sua figura venne anche spesso utilizzata per attirare le folle a teatro durante le repliche di opere che non avevano avuto diffusione per molto tempo, come per esempio accadde con “Tweflth Night”, in cui interpretava Viola, il quale non veniva messo in scena da trent’anni. Questo metodo d’impiego dell’attrice venne adottato anche durante la stagione successiva, della quale si ricordano le interpretazioni di Kate Hotspur in “Henry IV”, Mrs Loveit in “The Man of Mode” di George Etherege e Cleopatra in “All for love” di Dryden. In questo periodo si ritrovò spesso in competizione con alcune attrici di spicco dell’epoca, come Susannah Maria Cibber e Hannah Pritchard. La sua più grande rivale fu però Kitty Clive, della quale veniva sempre riconosciuta l’inferiorità di spirito e umorismo, che era invece uno dei maggiori punti di forza di Woffington. Il confronto tra attrici non le fu sempre favorevole: le si riconoscevano bellezza e abilità, mentre se ne criticava frequentemente la voce, considerata stridente e disarmonica. Nessuna di queste critiche o considerazioni le impedì mai di raggiungere i massimi livelli sia in termini di fama che di personaggi interpretati.
Dopo un breve soggiorno a Parigi, Woffington tornò in Inghilterra e riprese il suo impiego a Covent Garden dove si esercitò ulteriormente in interpretazioni tragiche. Impersonò Venturia in “Coriolanus” di Thomson, Desdemona in “Othello”, Lady Macbeth in “Macbeth”, Hermione in “The Distressed Mother” di Ambrose Philips, Marcia in “Cato” di Joseph Addison, Katherine in “Henry VIII” e Constance in “King John”. Nell’agosto del 1751 fece ritorno a Dublino, dove lavorò alle dipendenze di Thomas Sheridan presso lo Smock Alley Theatre. Riprese quindi alcuni dei suoi ruoli tipici e più acclamati (Lady Townly, Hermione e Wildair) e poté interpretare anche personaggi che a Londra non le erano mai stati affidati. La sua presenza, unita naturalmente alle sue grandi doti, affinate per anni nei migliori teatri di Londra, assicurarono spesso il tutto esaurito presso lo Smock Alley. Nel marzo del 1754, durante la performance di “Mahomet” di Voltaire in cui interpretava Palmire, scoppiarono disordini proprio dentro il teatro, forse per mano di patrioti irlandesi che non vedevano di buon occhio l’apparente supporto al potere inglese da parte di Woffington e Sheridan. Sheridan fu costretto a imbarcarsi per Londra, seguito ben presto da Woffington. Vennero accettati entrambi al Covent Garden e Woffington aggiunse al suo già vasto repertorio i ruoli di: Zara in “The Mourning Bride” di Congreve, Jocasta in “Oedipus” di John Dryden e Nathaniel Lee, e Roxana in “The Rival Queens” di Lee. Durante quest’ultima performance venne alla luce un ulteriore antagonismo, quello con l’attrice George Anne Bellamy, che interpretava la regina Statira. Nel 1757, Woffington e Spranger Barry riscontrarono un grande successo nel ruolo di protagonisti di “Douglas”, tragedia di John Home.
Dopo due decenni di carriera e lavoro ininterrotto, la salute di Woffington iniziò a dare segni di cedimento. Proprio nel 1757 rimase improvvisamente paralizzata mentre recitava l’epilogo di “As You Like It”. Si ritirò quindi dalle scene a vita privata, e morì a Londra il 28 marzo 1760, ma venne sepolta nella chiesa di St Mary a Teddington. Nonostante avesse dedicato la vita intera al teatro e alla recitazione, sulla sua lapide non ne venne fatta alcuna menzione, e le fu solo attribuito l’appellativo di spinster, “nubile”.
Bibliografia
Moody J., O’Quinn D. (ed.), The Cambridge Companion to British Theatre 1730-1830 (Cambridge, Cambridge University Press, 2007).
Joseph Donohue-The Cambridge History of British Theatre (Volume 2). 2-Cambridge University Press (2004).