Edmund Kean (1789-1833)

Edmund Kean (1789-1833)

e_kean-142

Edmund Kean fu un attore teatrale inglese. Nacque e trascorse i primi anni della sua vita in condizioni molto disagiate, per lo più affidato alle cure di alcuni parenti poiché la madre ­–attrice di professione– trovava difficile prendersi cura del figlio. La casa più stabile in cui visse fu quella della zia Charlotte Tidswell, anch’essa attrice presso il Drury Lane. Fu dunque grazie alla zia che il giovane Edmund venne a contatto con il mondo del teatro, e fu proprio sul supposto legame di Tidswell con il duca di Norfolk (che l’aveva introdotta al Lane) che Kean costruì il mito della propria discendenza aristocratica. Della sua infanzia non si hanno notizie certe, ma è plausibile che già in età precoce la madre lo facesse esibire –per trarne guadagno– sia presso i salotti della media borghesia, sia nelle taverne. Ben presto venne riconosciuto come enfant prodige, immagine che lo fece spesso paragonare ed entrare in competizione con un altro giovane prodigio del tempo, Master Betty, col quale però non volle mai lavorare.

Prima del 1800, Kean apparve sul palco del Drury Lane e, successivamente, prese parte ad alcuni spettacoli della compagnia itinerante di John Richardson, in cui si esibiva come acrobata. Fu a Richardson che dovette il suo primo ruolo, quello di Young Norval in “Douglas” di John Home. Nella primavera del 1804 si unì alla compagnia di Samuel Jerrold a Sheerness e abbandonò il nome utilizzato fino ad allora, Master Carey, per adottare quello con cui è tutt’oggi conosciuto. Il più grande desiderio di Kean era quello di eccellere nei ruoli tragici, obiettivo che si dimostrò molto difficile da raggiungere, poiché la sua recitazione differiva troppo da quella impostata e controllata di John Philip Kemble, ancora in voga all’epoca. In seguito all’assegnazione di soli ruoli secondari, Kean abbandonò la compagnia e fece ritorno a Londra. Anche nella capitale, però, non ebbe fortuna e si trovò a recitare nuovamente in un altro teatro itinerante. I successivi impieghi a Belfast e Stroud –dove giunse nel 1808– si rivelarono un ulteriore fallimento tanto che, dopo alcuni ruoli di scarso rilievo all’Haymarket nel 1806 e nella compagnia di Sarah Baker a Canterbury, si unì nuovamente a Samuel Jerrold, nel settembre del 1807. Durante questa seconda permanenza a Sheerness, Kean poté cimentarsi in ruoli maggiori, ma fu costretto a lasciare la compagnia perché accusato di aver offeso un dignitario del luogo. Trovò così sistemazione a Gloucester, presso la compagnia di William Beverley, dove non trovò mai piena soddisfazione a causa dei ruoli secondari a lui assegnati.

a_e-kean2

Grazie alle capacità che aveva sviluppato durante gli anni di spettacoli itineranti, gli venne affidato il ruolo di Harlequin nella pantomima “Harlequin Mother Goose” e fu proprio durante questa interpretazione che conobbe Mary Chambers, al suo fianco come interprete di Columbine. I due si innamorarono e si sposarono nel luglio del 1808 a Stroud, per poi spostarsi insieme a Cheltenham sotto la guida del manager John Boles Watson. Inizialmente, in questo nuovo contesto, Kean interpretò molti ruoli principali, che però si ridussero notevolmente nel momento in cui la compagnia si recò a Birmingham. A causa della frustrazione derivante dal lavoro e dell’abuso di alcool, Kean contrasse numerosi debiti nella città, tanto da essere costretto a lasciarla in segreto nel giugno del 1809 per recarsi a Swansea, dove fu scritturato, insieme alla moglie, da Andrew Cherry. Nel settembre dello stesso anno, Mary diede alla luce il loro primo figlio, Howard, e nel gennaio del 1811, dopo l’arrivo a Waterford, nacque il loro secondogenito, Charles John, che sarebbe diventato a sua volta attore. Dopo che Cherry rifiutò di aumentare il salario di Edmund, i Kean lasciarono la compagnia, ma si ritrovarono ridotti alla povertà. La fortuna girò quando Richard Hughes, nel gennaio del 1812, offrì loro un posto nel circuito di Exeter, dove Kean poté finalmente cimentarsi nei ruoli che aveva sempre sognato di interpretare –Richard III, Hamlet, Othello e Macbeth. Nonostante ciò, Kean si sentiva comunque indispettito dal fatto di dover ancora interpretare il personaggio comico di Harlequin. Fu in questo stesso periodo che, anche e soprattutto a causa del suo alcolismo, il matrimonio con Chambers naufragò.

d_e-kean-12183

Kean accettò nel 1813 l’offerta del London’s Olympic Theatre, salvo pentirsene poco dopo, quando gli venne proposto impiego presso il Drury Lane dal manager Samuel Arnold –che dovette declinare per motivi contrattuali. I due teatri raggiunsero un accordo solo nel 1814 e Kean poté finalmente debuttare al Drury Lane il 26 gennaio nei panni di Shylock, rimpiazzando idealmente John Kemble. La sua personalità focosa e irruenta veniva spesso alla luce durante le performace tragiche, ma sempre in modo da dare corpo e linfa ai personaggi, i quali venivano acclamati da tutte le diverse fasce gli spettatori, diversamente da ciò che accadeva con Kemble. Kean fu in grado di riempire il teatro per tutte le sessantotto serate della stagione. Il 12 febbraio 1814 si esibì per la prima volta a Londra come Richard III, parte che interpretava in maniera particolarmente eccellente poiché era in grado di infondergli quella passionalità e, talvolta, quel furore e senso di pericolo che da sempre contrassegnavano la sua personalità. Fu grazie a queste qualità che si distinse nell’interpretazione di Iago prima e di Othello poi, ruoli che avrebbe recitato a intermittenza per lungo tempo. Veemenza e furia si legavano bene a parti che risaltavano per scatti di passione momentanei, mentre risultavano meno adatti a figure come quella di Hamlet, il cui dramma è prevalentemente interiore –conosciuto unicamente dal pubblico e solo più tardi anche dagli altri personaggi.

Alla fine della sua seconda stagione al Drury Lane, aggiunse al suo repertorio i ruoli di Romeo, Richard II e Macbeth, ma solo con quest’ultimo riuscì a convincere pienamente la critica. Kean fu dunque paragonato sia a Kemble che a Cooke, i cui villain erano permeati di energia e incontrollabile passione. Al di fuori dei ruoli shakespeariani, recitò anche in commedie nei ruoli di Reuben Glenroy in “Town and Country”, di Thomas Morton e Penruddock in “The Wheel of Fortune” di Richard Cumberland, oltre a Zanga in “The Revenge” di Edward Young e Abel Dugger in “The Tobacconist”, ma la sua versatilità venne messa molto in discussione dalla critica. Il successo nelle vesti di Sir Giles Overreach in “A New Way to Pay Old Debts” di Philip Massinger, vide reazioni opposte da parte di pubblico e letterati dell’epoca; ad esempio, colpì negativamente Byron, che rimase molto perplesso di fronte al delirio nell’ultimo atto, e positivamente Hazlitt, che invece vide in quella scelta la grandezza dell’attore. Il rapporto con il pubblico si incrinò per la prima volta nel marzo del 1816, quando, al momento della performance, Kean non si presentò sul palco, ma riuscì a farsi successivamente perdonare interpretando una sua versione originale ed inedita del “Bertram” di Charles Maturin. Nell’ottobre del 1816 tornò a recitare Shakespeare, ma l’interpretazione di Timon, seppur ammirata, non ebbe il riscontro economico desiderato. Intanto, al Covent Garden, l’arrivo di William Charles Macready, la performance d’addio di Kemble e la prima apparizione lì di Junius Brutus Booth segnarono una serie di successi con cui la sola figura di Kean non poteva rivaleggiare. Inoltre, Kean non apprezzò che Booth avesse plasmato il proprio modo di recitare sulla sua figura e decise di distruggere la reputazione professionale del rivale. Con l’uscita di scena di Booth e il ritiro di Kemble, Kean si aggiudicò il titolo di padrone incontrastato dei palcoscenici tragici.

Kean aveva solo trent’anni, ma l’abuso di alcool e i problemi di salute causati dalle malattie veneree fecero sì che fossero più le performance saltate di quelle messe in scena. Rimaneva un grande interprete delle parti che già aveva perfezionato, ma non si trovava più nella condizione di padroneggiarne di nuove. La stagione 1817-1818 vide quattro prime disastrose, tra cui quelle nei panni di Barabas in “The Jew of Malta” di Marlowe e dello shakespeariano King John. Kean aveva un carattere difficile con cui trattare e fu proprio un alterco con l’autore Charles Bucke –causato dalle sue subdole tattiche per ritardare la messa in scena dell’opera– a fargli perdere il supporto del pubblico, costringendolo a delle scuse ufficiali che però non convinsero le parti offese. I guai con Bucke si sommarono a quelli economici, tanto che nell’estate del 1819 il teatro in cui lavorava fu dato in affitto. Kean si propose come offerente, ma perse la commissione a favore di Robert William Elliston, che lo volle alle sue dipendenze, costringendolo a rinunciare ad un tour in America. Il primo ruolo che interpretò sotto la guida di Elliston fu quello di Richard III nel novembre del 1819 e, proprio in quell’occasione, nacque una vera e propria rivalità con Macready, il quale recitava nel medesimo ruolo presso il Covent Garden. Il conflitto fra i due proseguì favorendo notevolmente le entrate dei due teatri, e fu ulteriormente alimentato dall’interpretazione di Coriolanus –ruolo in cui, in precedenza, aveva eccelso Kemble, e che non si addiceva alla personalità di Kean. Successivamente, ebbe maggiore successo con il ruolo di King Lear, al quale infuse grande spirito tramite i suoi notori scatti d’ira, che si adattavano al personaggio e che non andavano ad intaccare il grande pathos dell’opera. Nell’estate del 1820, in occasione della sua ultima performance prima dell’agognato viaggio in America, riuscì a riempire l’intero teatro.

Il 29 novembre dello stesso anno salì sul palco per la sua prima newyorkese presso l’Anthony Street Theatre nelle vesti del suo rinomato Richard III. Raggiunse una stabilità emotiva e fisica che non aveva mai avuto prima, soprattutto grazie alla possibilità di selezionare liberamente i ruoli e alla mancanza di competizione, e tra il dicembre del 1820 e il maggio del 1821 incontrò grande successo a New York, Philadelphia, Boston e Baltimora. Commise però l’errore di esibirsi anche durante l’estate, periodo in cui gli americani disertavano spesso il teatro. Al secondo mancato sold-out, Kean rifiutò di andare in scena di fronte ad un pubblico così esiguo, e la stampa ingigantì tanto la situazione da costringerlo a lasciare l’America nel giugno del 1821. Tornato al Drury Lane, apparì con “Richard III” il 23 luglio 1821 e nella stessa settimana fu anche Othello e Shylock, prima che il teatro chiudesse fino al mese di novembre. Sebbene fosse iniziata molto bene, la sua ottava stagione al Lane –in cui interpretò, tra gli altri, il nuovo personaggio di Wolsey in “Henry VII”– non fu particolarmente fortunata, tanto che il teatro finì con il trovarsi quasi sul lastrico. Kean affrontò la situazione abbandonando Londra, e vi tornò solo nel novembre del 1822. Il piano di Elliston era quello di risollevare le sorti del teatro ingaggiando tre attori del Covent Garden, tra i quali il giovane e promettente Charles Mayne Young. Quando Kean tornò, recitò con Young in “Othello”, facendo nascere delle voci sulla presunta competizione tra i due, la quale dette notevole risalto al Drury Lane sui giornali, portando tra le sue file un pubblico sempre più numeroso. Kean e Young furono poi, rispettivamente, Jaffeir e Pierre in “Venice Preserv’d” di Thomas Otway, e Posthumus e Iachimo in “Cymbeline”. Al momento di rinnovare il contratto con Elliston, i due si scontrarono e, a peggiorare la situazione si aggiunse la decisione del manager di assumere Macready, che Kean considerava una minaccia. Kean non tornò al Lane fino a che le performance di Macready non si furono esaurite, ma i suoi quattro mesi sul palcoscenico passarono quasi inosservati.

Fin dal 1820, Kean aveva intrattenuto una relazione extra-coniugale con Charlotte Cox, che si concluse molto male per l’attore, portato a processo dal marito della stessa Charlotte. Non appena il contratto con il teatro cessò di essere in vigore, Kean fuggì a Brighton e poi, assieme alla moglie, si trasferì in Francia. Nel luglio del 1824 firmò un nuovo contratto per trentatré performance con Elliston. Sei mesi dopo, il processo terminò con la vittoria del querelante, Cox, che portò alla fine di entrambi i matrimoni, e della fortuna di Kean.

In seguito al processo, nel gennaio del 1825, Kean tornò con spavalderia sul palco nei panni di Richard III ma, nonostante avesse interpretato il ruolo in maniera impeccabile, dal pubblico si levarono molte voci di critica; la stessa cosa accadde anche pochi giorni dopo durante l’interpretazione di Othello. Il Times portò avanti una vera e propria campagna contro di lui, e Kean fu costretto, ancora una volta, a delle scuse pubbliche, a seguito delle quali gli spettatori gli concessero di recitare più o meno ininterrottamente per le seguenti serate del suo contratto. Lo stesso non accadde durante il successivo tour delle province e iniziarono a farsi sempre più evidenti i segni di una impopolarità che, a lungo andare, distrusse la sua reputazione. Decise così di trasferirsi in America, dove riscontrò un discreto successo, soprattutto a New York, dove si esibì nel novembre del 1825. Anche ad Albany l’audience rimase tranquilla durante la performance, ma a Boston, il 19 dicembre, tra il pubblico scoppiò una rivolta e Kean fu costretto ad abbandonare il palco. Il tour proseguì, portandolo da Charleston a Montreal, dove fu accolto con grande entusiasmo dal pubblico canadese, per il quale un attore di tale calibro era un’assoluta rarità. Nel 1826 tornò a Londra con la convinzione di poter comprare la quota del Drury Lane che era stata di Elliston, ma fu probabilmente vittima di un inganno, perché era già stata acquistata dall’americano Stephen Price.  Se durante il tour americano la sua salute era migliorata, la situazione peggiorò nuovamente dopo la cocente delusione, e i trattamenti al mercurio a cui si sottopose in quel periodo gli resero probabilmente ancora più difficile memorizzare nuovi ruoli, portandolo all’insuccesso della performance “Ben Nazir: the Saracen” dell’amico Colley Grattan, nel maggio del 1827.

Iniziò in seguito a pensare al ritiro dalle scene, ma prima decise di vendicarsi di Price recitando la sua ultima stagione al Covent Garden, invece che al Drury Lane. Price rispose facendo interpretare le parti principali al figlio, Charles Kean. Nonostante tutto, le interpretazioni di Edmund presso il Garden superarono gli standard a cui si era attenuto nell’ultimo periodo al Lane. Nell’estate del 1828 decise di recitare a Parigi, dove ricevette però solo una tiepida accoglienza, che lo convinse a ripartire per l’Inghilterra. Nell’ottobre del 1828 tornò nuovamente al Covent Garden, ma già nel gennaio successivo la sua salute peggiorò tanto da costringerlo a tre mesi di pausa forzata. Nell’aprile del 1829, un ulteriore peggioramento obbligò Kean ad interrompere a Cork il tour irlandese ma, una volta a Londra, si scontrò con Charles Kemble, direttore del Covent Garden. Dal dicembre 1829 a marzo del 1830 Kean fu di nuovo al Drury Lane, dove venne accolto positivamente fino a che non tentò di interpretare un nuovo ruolo, Henry V, fallito a causa dei suoi noti problemi di memoria. Di conseguenza, Kean annunciò un secondo ritiro seguito da una serie di messe in scena volte a celebrare il suo addio al teatro, durante l’estate del 1830. Sfortunatamente, i suoi risparmi non gli consentivano di supportarsi economicamente lontano dal palcoscenico e, troppo malato per tentare nuovamente la sorte in America, fu costretto a fare ritorno al Drury Lane, nel gennaio del 1831. Nella primavera dello stesso anno si assicurò una quota del King’s Theatre di Richmond, nel Surrey, e quando fu di nuovo abbastanza in salute, recitò all’Haymarket. In un momento in cui la sua salute sembrava migliorata, tornò al Drury Lane per recitare al fianco di Macready, ed entrambi ottennero un grande successo con la messa in scena di “Othello”, nel novembre del 1832. I due recitarono insieme fino a che la salute di Kean non peggiorò nuovamente. Quando il nuovo azionista del Lane, Captain Polhill, rifiutò di prestargli dei soldi, Kean si vendicò recandosi al Covent Garden, dove recitò nel ruolo di Othello, affiancato da suo figlio nelle vesti di Iago. A causa di un malore, non fu però in grado di terminare la performance del 25 marzo e fu ricondotto a Richmond dove morì dopo alcune settimane di agonia, il 15 maggio 1833. Fu sepolto nella Old Church di Richmond e, sei anni dopo, gli fu dedicata una targa commemorativa dal figlio Charles. La sua figura, che lo farà ricordare come uno degli attori più carismatici del teatro inglese, verrà ripresa tre anni dopo la sua morte da Alexandre Dumas padre come emblema dello spirito ribelle del Romanticismo.

Bibliografia

http://www.oxforddnb.com/view/article/15322 [Peter Thomson, ‘Kean, Edmund (1787–1833), Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004; consultato il 30/06/2016]

Joseph Donohue, The Cambridge History of British Theatre, Vol.2 (Cambridge, Cambridge University Press, 2004)