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Charles Mathews (1776-1835)
Charles Mathews nacque il 28 giugno del 1776 nello Strand, a Londra. Il padre era libraio a Richmond ed officiava anche come pastore. La sua passione per il teatro, specialmente quello comico, sbocciò già in tenera età, mentre lavorava come apprendista presso il padre: pare che assieme a un amico avesse convertito a teatro uno stanzone della bottega, con lo scopo di intrattenere i suoi amici. Dopo un rifiuto da parte del Covent Garden Theatre, al quale aveva fatto domanda per il ruolo di leading comedian, si impegnò per tre anni in uno studio sistematico della commedia classica e delle sue tecniche, da Shakespeare a Jonson, assistendo agli spettacoli delle compagnie maggiori e costruendosi un considerevole repertorio virtuale di ruoli. Nel 1793, per guadagnare visibilità, pagò dieci ghinee per ottenere la parte di Richmond in una messinscena del Riccardo III: in tali vesti avrebbe potuto infatti dare un saggio delle sue abilità di scherma nel duello finale contro il protagonista. Con tale esibizione riuscì finalmente ad aprirsi una strada concreta: si unì ad una compagnia dublinese, con la quale debuttò l’anno seguente interpretando con successo attori famosi (Joseph Munden, John Kemble, Mr Wathen) in veste comica.
Tuttavia, un anno dopo, deluso dalla mancanza di promozioni e dall’inadeguatezza di paga e supporto, Mathews decise di spostarsi a Londra. Durante il viaggio conobbe e strinse amicizia con un altro attore, Montague Talbot, al punto che quando ci furono dei problemi dovuti al maltempo e la nave fu costretta a fermarsi a Swansea, vi si stabilirono per diverso tempo, dopo aver trovato posto presso una compagnia locale. Durante questo periodo, Mathews sposò Eliza Kirkham Strong, nel 1797.
Nel 1798 riuscì invece a farsi assumere dalla compagnia di York, notoriamente tra i migliori trampolini di lancio per la scena londinese. Qui finalmente ottenne i ruoli che preferiva ed anche un buon successo. Dopo la morte della prima moglie nel 1803, sposò Anne Jackson, un’attrice della stessa compagnia dalla quale avrà nello stesso anno un figlio, Charles James Mathews — il quale diventerà poi attore e drammaturgo. Continuava inoltre a limare lo stile delle sue imitazioni di attori e sviluppò anche il talento come ventriloquio.
L’esperienza lo portò a Londra e, nel 1803, fece il suo debutto all’Haymarket Theatre, prima nei panni di Jabel in The Jew di Richard Cumberland, poi di Lingo in The Agreeable Surprise di Samuel Arnold. La sera successiva ripeté persino la performance davanti a re Giorgio III e alla sua famiglia.
La stagione successiva segnò l’inizio del vero successo, portandogli commenti molto favorevoli da parte dei critici che, ritenendo il suo stile meno formale di quello di John Fawcett, meno costruito di quello di Joseph Murden ma naturale quanto quello di John Bannister, lo annoverarono tra i migliori comici londinesi. La sua abilità più di spicco pare fosse la capacità di immedesimarsi in maniera pressoché perfetta in qualsiasi persona senza neppure bisogno di costumi. Di lui si disse che aveva il potere di indossare i pensieri di un altro uomo pur tenendo i suoi vestiti, e che molti spettacoli scritti per lui non erano che canovacci scarni che lui stesso poi andava a riempire con le sue idee. Nell’estate 1804 lui e sua moglie arrivarono a firmare un contratto congiunto col Drury Lane per cinque anni, e l’autunno seguente una formidabile interpretazione di Don Manuel nel She Would and She Would Not di Colley Cibber stabilirà definitivamente il suo primato come attore comico. Per il tempo restante però era costretto a stabilire collaborazioni, anche solo stagionali, con teatri di provincia, perciò, nel 1808, concepì l’idea di realizzare, sul modello di Bannister, uno spettacolo individuale che eliminasse ogni dipendenza da compagnie minori. Questa sorta di ‘assolo’ (sebbene di fatto anche sua moglie vi prendesse parte) fu messo in scena per la prima volta ad Hull il 12 Aprile di quell’anno con il titolo The Mail Coach Adventure, or, Ramble in Yorkshire. Si trattava di una miscellanea di discorsi che esploravano pensieri, impressioni e disagi di una serie di personaggi letteralmente e metaforicamente ‘spaesati’, perché in transito tra diverse parti della Gran Bretagna e spesso anche di altre nazioni.
Oltre ogni aspettativa dell’autore, l’evento segnò l’inizio di un’intera nuova fase della sua carriera, una fase più propriamente creativa che vide nascere innanzitutto la commedia The Travellers, or, Hit or Miss (1811), una sorta di rielaborazione del primo lavoro ideata per le scene
dei vari teatri di provincia inglesi e realizzata come ‘two-man show’ assieme a Charles. Il progetto durò solo una stagione, ma a partire dal 1812 Mathews portò in scena più volte The Mail Coach Adventure da solo, e nel 1817 lo spettacolo assunse il nuovo titolo di At Home. La tipologia di comicità che Mathews praticava era quella incentrata sulla cosiddetta ‘social quackery’, ossia sulle falsità, gli inganni e gli intrighi sociali che caratterizzavano la realtà contemporanea. In un mix tra caricatura familiare e satira sociale, Mathews costruiva caricature che coglievano perfettamente e drammatizzavano aspirazioni, ansie ed imbarazzi della sua epoca, non senza un retrogusto di riflessione e amarezza nei confronti della delusione e della perdita.
Se di lì in poi le tournée costituirono una parte fondamentale della sua carriera, anche le performance londinesi non erano state e non furono poi meno proficue. Nel 1809 l’incendio del Drury lane lo aveva costretto a spostarsi al Lyceum nel 1811 e poi al Covent Garden nel 1812. Qui lavorò tranquillamente fino a quando, nel 1814, una caduta da carrozza non lo rese zoppo. In seguito all’incidente gli furono riservati tendenzialmente ruoli secondari di personaggi anziani o storpi e, di fronte a tale scenario, Mathews preferì a un certo punto rescindere anticipatamente il contratto.
Nel 1817 si spostò all’Haymarket Theatre, dove presentò per la prima volta al pubblico londinese la versione ‘one-man’ di The Mail Coach Adventure. La prima fu vista da S. J. Arnold, che gli offrì subito un contratto per recitare ogni stagione primaverile per i successivi sette anni all’English Opera House. Fu in questa occasione che apparve per la prima volta pubblicamente il titolo At Home, prima citato solo come designazione informale in lettere alla moglie. Lo spettacolo prese in questi anni la forma definitiva di un lungo monologo da quale si diramavano aneddoti, battute e canzoni che portavano lo spettatore attraverso una serie di avventure divertenti e fornivano lo spunto per numerose imitazioni e persino per ventriloqui. Per tale tecnica lui stesso coniò il termine di ‘mono-poly-logue’, che indica un monologo in cui chi parla lo fa però attraverso diverse voci. Il titolo era invece riferito al fatto che la rappresentazione si svolgesse in uno scenario che ricreava quello di un salone privato, con Mathews vestito in abiti elegantemente ordinari, come fosse impegnato in una normale chiacchierata mondana in casa. Tale idea rivedeva totalmente il rapporto tra attore e spettatori, abbattendo la ‘quarta parete’ e rendendo il pubblico un simbolico partecipante alla ‘chiacchierata’.
Al di là di questo impegno fisso primaverile, Mathews riprese i suoi tour nelle province, organizzati durante tutto il resto dell’anno. I suoi ‘one-man-show’ erano ormai costantemente sulla bocca di tutti, e non di rado lui si avvaleva di collaborazioni con validi scrittori e drammaturghi del suo tempo. Nel 1819 realizzò A Trip to Paris, dove si era recato poco prima in tournée congiuntamente con Frederick Yates. Nel 1822 visitò anche l’America, esperienza che arricchì e segnò profondamente la sua formazione professionale. Debuttò a Baltimora, e fu un trionfo. La critica acclamò universalmente le sue performance, e fu la stella della stagione teatrale, proseguendo il suo tour tra Philadelphia, New York e Boston. Fece ritorno in Inghilterra come il maggiore commediante dell’epoca, e per di più con una nuova pièce, intitolata A Trip to America, la cui première ebbe luogo all’English Opera House nel ‘24. Nei dieci anni successivi, ogni stagione primaverile, esclusa quella del 1828, Mathews mise in scena “At Home” per quaranta serate. Nel 1828 interruppe a causa di una proposta dal Drury Lane che gli prometteva la più alta somma mai pagata ad un attore comico.
Nello stesso anno avviava la sua nuova occupazione di manager dell’Adephi Theatre, dove mise in scena At Home fino al 1834. Fu questa l’ultima stagione londinese per Mathews che, dopo una performance d’addio al teatro di Richmond (il luogo dove aveva iniziato nel 1793), sebbene ormai anziano e debole, si imbarcò con la moglie nel suo ultimo viaggio in America: aveva ricevuto un’offerta conveniente da un agente statunitense, i cui dettagli sono però stati oscurati dal tempo. Sappiamo che il piano originario, da lui ideato in prima persona, prevedeva una permanenza di almeno 18 mesi, con l’intenzione di estendere il suo tour anche al Canada ─ progetto la cui messa in pratica venne poi impedita dall’aggravarsi delle sue condizioni di salute già durante il viaggio di andata. La stessa esperienza teatrale newyorkese non partì col piede giusto: al suo arrivo, Mathews si ritrovò inizialmente coperto di accuse di calunnia e diffamazione degli americani in A Trip to America. Tuttavia, la messinscena concreta di tale pezzo cancellò presto praticamente ogni rancore, e successivamente Mathews ricevette indiscusso successo in tutte le città che visitò. Le sue performance furono ciò non di meno decimate dalla malattia, che presto impedì totalmente qualsiasi sforzo di recitazione, perché troppo gravante sui polmoni.
Tornò così in Inghilterra ben prima del previsto, e morì a Plymouth ─ dove è ancora sepolto ─ il 28 giugno 1835, nel giorno del suo cinquantanovesimo compleanno.
Qualche ultimo cenno sulla sua fama e sui riconoscimenti che ottenne renderà forse l’idea dell’impatto che la sua figura ebbe sulla scena culturale primo-ottocentesca. Innanzitutto, dopo l’uscita di At Homes, Mathews fu invitato ad esibirsi a Hampton Court e a Carlton House, e come compenso il re gli donò 100 ghinee detratte dal Privy Purse. Inoltre, Coleridge compose in suo onore una poesia estemporanea in cui la versatilità comica dell’attore è trasfigurata in una forma di panteismo teatrale: “If, in whatever decks this earthly ball, / ‘tis still great mother Nature – one in all! / hence Mathews needs must be her genuine son, / a second Nature, that acts ALL IN ONE”. Forse però il più grande tributo offertogli fu quello firmato ‘Q’ nell’Examiner del 18 marzo 1822. Il genio comico di Mathews, dichiara il critico, sta nella sua capacità, in qualche modo shakespeariana, di inventare personaggi individuali che sono al contempo rappresentativi di determinati tratti o categorie universali: “The personation of Mathews is doubtless of the very highest order, for it individualises classes of character, and so far is Shakespearian”. Sulle stesse righe continuerà un critico americano nel ’24: “This is not just acting ─ it is more, it is good feeling”.
English Translation
Charles Mathews (1776-1835)
Charles Mathews was born on the 28th June 1776 at the Strand in London. His father was a bookseller who also officiated as a priest. His passion for the theatre, particularly for comedy, developed at a young age while working as an apprentice at his father’s bookshop; together with a friend he converted a room of the shop into a theatre to entertain his friends. After requesting the position of “leading comedian” at Covent Garden Theatre and being turned down, he underwent a study of classic comedies and their techniques, from Shakespeare to Jonson, lending a hand in large companies’ shows and building a considerable repertoire of roles. In 1793, to gain visibility, Mathews paid ten guineas in order to play Richmond in a production of Richard III, as whom he was able to show his fencing skills in the final duel against the protagonist. With such a display, Mathews was able to pave his way to success; he joined up with a company from Dublin, spending the following year acting with famous actors (Joseph Munden, John Kemble, Mr Wathen) as a comedian.
However, a year later, disappointed by the lack of promotions and insufficient pay, Mathews decided to move to London. During the journey, he met and befriended another actor, Montague Talbot, to the point that when there were unforeseen issues due to bad weather and their boat was forced to dock at Swansea, they both stayed there together for quite some time after finding a place with a local company. During this time, Mathews married Eliza Kirkham Strong in 1797.
In 1798 Mathews managed to get hired by a company in York, a good way to springboard into the London theatre scene. He finally obtained the roles and success he was after. After his wife’s death in 1803, he married Anne Jackson, an actress from the same company. In that same year they had a son, Charles James Mathews, who went on to be an actor and playwright. He continued to iron out his acting style and also developed some talent as ventriloquist.
The experience later brought Mathews to London and in 1803 he made his debut at the Haymarket Theatre, first in the role of Jabel in Richard Cumberland’s The Jew, then as Lingo in Samuel Arnold’s The Agreeable Surprise. The following evening, he even repeated his performance for King George III and his family.
The next season kick-started true success for Mathews, bringing him positive critical acclaim that classed him as one of the best London comedians. His acting style was described as less formal than John Fawcett’s, less manufactured than Joseph Murden but as natural as John Bannister’s. The leading feature in his acting was the ability to connect himself almost perfectly as any character without even being in costume first. It is said he had the ability to put on the thoughts of a character like putting on the character’s clothes, and that many shows written for him were nothing but outlines that Mathews injected his ideas into. In the summer of 1804 he and his wife accepted a five-year contract at the Drury Lane theatre; that autumn an incredible performance as Don Manuel in Colley Cibber’s She Would and She Would Not cemented Mathews’ status as a comic actor. For the rest of his contracted time he was forced to establish partnerships, if only seasonally, with provincial theatres. However, in 1808, he came up with the idea to create a solo performance, that would eliminate his dependence on minor companies for work. This type of ‘solo’ work (as his wife also took part in the shows) was put on stage for the first time in Hull on the 12th April 1808 under
the title The Mail Coach Adventure, or, Ramble in Yorkshire. It was about a number of subjects, exploring thoughts, feelings and hardships of various characters, who were literally and metaphorically ‘disoriented’, while they were travelling around different areas of Great Britain, and often other nations as well.
Beyond Mathews’ expectations, the show marked the start of an entirely new creative phase of his career, one that would bring about the birth of comedy The Travellers, or, Hit or Miss (1811), a sort of new elaboration of his first idea, conceived for the stage of provincial theatres and performed as a “two-man show”. The project only lasted for one season but from 1812 Mathews brought The Mail Coach Adventure to the stage by himself; the show’s name changed to At Home in 1817. The type of comedy Mathews focused on was making fun of so-called “social quackery,” or pointing out the lies, deceit and social nuances that were a part of society at the time. In a mix of familiar caricatures and social satire, Mathews created caricatures that perfectly captured the aspirations, fears and awkwardness of his era, with a bitter aftertaste of delusion and loss.
While Mathews’ tours were a fundamental part of his career, his performances in London were no less profitable. In 1809, the Drury Lane theatre burnt down, forcing him to move to the Lyceum theatre in 1811 and then to the Covent Garden theatre in 1812. There, he worked quietly until a fall from a coach crippled him two years later. Following the accident, he was given mostly secondary roles as an old and/or crippled character; in response to this he preferred to terminate the contracts early on.
In 1817, Mathews moved to the Haymarket Theatre, where he presented a one-man show of The Mail Coach Adventure to the London public for the first time. In the audience there was S. J. Arnold, who offered Mathews a contract to perform in every spring season for the following seven years at the English Opera House. For those seven years, the show took the form of a long monologue detailing anecdotes, jokes and songs that brought the audience into a world of adventure and was the inspiration for various imitative works and even ventriloquist acts. He himself coined the term ‘mono-poly-logue’ to describe the performance style: a monologue in which the speaker talks in different voices. The title referred to the fact that the performance was conveyed in the same way one would chat in one’s own home, with Mathews dressed in simple clothing. This style redefined the relationship between actor and audience, breaking the ‘fourth wall’ and making the audience a symbolic part of the show, or ‘chat.’
Alongside his springtime performances, Mathews once again went on a tour of the provinces during the rest of the year. His one-man shows were now the talk of the town and he would often collaborate with some of the great writers and playwrights of his time. In 1819, he produced A Trip to Paris, a place he had been to before as part of a tour with Frederick Yates. In 1822 Mathews also visited America, an enriching experience that enhanced his professional skills. He debuted in Baltimore and was a success. He achieved critical acclaim and was the star of the theatrical season, continuing his tour to Philadelphia, New York and Boston. He returned to England as the leading comedian of the time. What’s more, he returned with a new work, titled A Trip to America, which premiered at the English Opera House in 1824. During every spring for the following 10 years (except for 1828) Mathews staged At Home for forty nights. In 1828, such performance did not take
place as he accepted an offer from the Drury Lane theatre that would grant him the highest sum of money ever paid to a comic actor at the time.
In that same year, Mathews became manager of the Adephi Theatre, where he continued to put on productions of At Home until 1834. This was the last season in which he performed there; after a farewell performance at the Richmond theatre (where, in 1793, he had started performing), old as he was, he went on one final trip to America with his wife because had received a convenient offer from an American agent, the details of which are lost to time. We know that his original plan was to stay for at least 18 months with plans to extend his tour to Canada – a plan that was impeded by his worsening health. His theatre experience in New York didn’t start off well as he was accused of slander and defamation of Americans in his play A Trip to America. However, the actual performance of his work soon did away with any resentment and he soon gained undisputed success in every city he visited. Despite this, his performances soon stopped altogether due to his ill health; any attempts at performing were too much pressure on his lungs.
With this, Mathews returned to England much sooner than planned. He died in Plymouth – where he is still buried to this day – on the 28th June 1835, on his 59th birthday.
An addendum to his fame and accolades should give you an idea of the impact that Mathews had on nineteenth-century culture. Firstly, after At Home premiered, he was invited to perform at Hampton Court and at Carlton House. As payment, the king gave him 100 guineas from the privy purse. In addition to this, Coleridge wrote a poem in his honour that transfigured his versatile acting style into a form of theatrical pantheism: “If, in whatever decks this earthly ball, / ‘tis still great mother Nature – one in all! / hence Mathews needs must be her genuine son, / a second Nature, that acts ALL IN ONE”. Probably, though, the greatest tribute he received was the review on the Examiner of the 18th of March 1822, signed by an anonymous “Q”. The critic declared that Mathews’ comic genius resided in his almost “Shakespearian” ability to create characters that were simultaneously individual and representative of certain universal categories: “The personation of Mathews is doubtless of the very highest order, for it individualises classes of character, and so far is Shakespearian.” Following the same lead, an American critic wrote about him in 1824: “This is not just acting ─ it is more, it is good feeling”.
Translated by Aisha Gueye
Revised by Dott.ssa Valentina Pramaggiore
Bibliografia/Bibliography
http://www.oxforddnb.com/view/article/18329?docPos=1 [Richard L. Klepac, ‘Mathews, Charles (1776–1835)’, Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004; consultato il 13/04/2016]
Moody, Jane and Daniel O’Quinn (eds), The Cambridge Companion to British Theatre 1730-1830 (Cambridge, Cambridge University Press, 2007)
Moody, Jane, Illegitimate Theatre in London, 1770-1840 (Cambridge, Cambridge University Press, 2000)