William Charles Macready (1793-1873)
Nasce a Londra il 3 marzo 1793, quinto degli otto figli di William Macready – anch’egli attore e manager – e della prima moglie, Christina Ann Birch. William Charles Macready iniziò gli studi di legge a Rugby, ma dovette lasciarli per motivi finanziari, legati ai debiti del padre. Decise allora di intraprendere, momentaneamente, la carriera d’attore, professione per cui inizialmente serbava intensa antipatia.Nel 1810 debuttò a Birmingham nella parte di Romeo per la compagnia di suo padre e, rapidamente, ottenne consensi anche per altri ruoli nei teatri provinciali. Dopo il ruolo di Oreste in The Distressed Mother, nel 1816, comparve, al Covent Garden, nei panni di vari villain in pièce melodrammatiche. Macready recitava con tale serietà e credibilità da riuscire a stabilirsi con sicurezza sulla scena in breve tempo tanto che, nel 1820, era già riconosciuto come uno dei migliori attori inglesi del tempo, secondo solo a Edmund Kean. Furono soprattutto i ruoli shakespeariani di Hamlet, Iago, Lear, Otello e Richard II a garantirgli la sua durevole fama d’attore tragico. Lavorò a collaborazioni con personaggi del calibro di John Philip Kemble, Dorothy Jordan e Charles Mayne Young.
Avendo imparato le basi del mestiere dal padre, divenne poi anche manager del Covent Garden dal 1837 al 1839, e del Drury Lane nel periodo 1841-43. Sebbene le sue gestioni di entrambi i teatri non furono di particolare successo finanziario, Macready ebbe in questo modo l’opportunità di estendere le proprie teorie sulla recitazione a tutti gli elementi della produzione teatrale. Egli fu il primo ad imporre il principio d’unità al teatro del XIX secolo: gli attori e tutte le altre figure professionali connesse alla rappresentazione dovevano essere guidati dalle idee essenziali del drammaturgo. In un’era nella quale gli attori principali imparavano a memoria le proprie battute privatamente, per poi recitarle come meglio credevano, Macready insistette sull’importanza di realizzare prove generali in cui tutte le parti fossero correttamente recitate e collegate coerentemente fra loro. Istituì l’utilizzo di costumi accurati per il dramma storico e si sforzò di realizzare scenografie che fossero in armonia con le pièce. Infine, egli rifiutò le versioni modificate e corrotte dei drammi di Shakespeare, che allora erano utilizzate in tutte le produzioni, per ritornare ai testi originali. Tutte queste innovazioni si cristallizzarono nei notevoli revival che egli produsse – As You Like It, Macbeth, King Lear, Henry V e The Tempest. La ricerca storica che sottostava alle sue produzioni ebbe un importante influsso sull’arte scenica inglese ed il principio d’unità teatrale fu antesignano delle pratiche del XX secolo, tanto che ancora oggi molti considerano Macready il primo regista teatrale in senso moderno.
Quanto alla prosecuzione della sua carriera attoriale, il successo nel ruolo di Richard III nel 1819 fu tale da restaurare la fortuna del Covent Garden, minacciando il primato detenuto da Edmund Kean nell’interpretazione del personaggio. Tuttavia, quando, nel 1820, a seguito della morte di George III, King Lear fu reinserito nel repertorio, Macready rifiutò l’offerta di Henry Harris – manager del Covent Garden – di interpretare il ruolo principale, così da evitare una seconda competizione con Kean, il quale recitava nella stessa parte al Drury Lane. Si orientò, invece, verso il personaggio di Edmund. Gli anni successivi furono un misto di alti – Henry IV nel 1821, Cassio nel Julius Caesar nel ’22 – e bassi – Iachimo in Cymbeline nel 1820, Amleto nel ’21. Infine, nel 1823 si spostò al Drury Lane.
Qui, al di là di un’esperienza attoriale non particolarmente brillante ma durata tredici anni, Macready lavorò senza sosta per invogliare i principali letterati del suo tempo a scrivere per il teatro. Nel 1824 sposò Catherine Atkins. Dopo il 1825, la popolarità acquisita gli permise di muoversi liberamente negli ambienti letterari ed artistici più sofisticati di Londra, tanto che molte pagine del suo voluminoso diario descrivono questa fase della sua vita. Intanto, ricevette consensi anche fuori l’Inghilterra: nel 1826 recitò negli Stati Uniti d’America e nel 1828 a Parigi. Il suo debutto d’oltreoceano ebbe luogo il 2 ottobre 1826 presso il Park Theatre di New York, sotto la supervisione di Stephen Price, nel ruolo di Virginius, e fu accolto calorosamente da pubblico e critica. In seguito il suo successo sulle scene americane si replicò nel 1827 grazie alle sue interpretazioni di Macbeth e Delaval, che ebbero luogo in città come Boston, Baltimora, Philadelphia ed Albany.
Tornato a casa, si dedicò dapprima principalmente ad ingaggi nelle province. Dopo la morte di suo padre, nell’aprile 1829, rilevò la gestione del Theatre Royal di Bristol, che mantenne fino al ’33, quando passò di diritto alla sua matrigna, Sarah Macready. Nel 1830 nacque la sua prima figlia e, tornato al Drury Lane, ottenne numerosi successi. In particolare, si ricordano il ruolo da protagonista nel dramma byroniano Werner e quello di Iago, nella stagione 1832-33, che a detta di Edmund Kean (Otello) tendeva a monopolizzare la scena oscurando l’attore principale.
Dopo la morte di Kean nel 1833, in concomitanza con una serie di altri decessi e ritiri nel mondo dello spettacolo, Macready si confermò front man della scena attoriale inglese, nonostante i suoi successi non fossero davvero paragonabili a quelli di altri attori. Quando il Covent Garden e il Drury Lane passarono sotto il controllo del manager Alfred Bunn, col quale Macready non era mai stato in buoni rapporti, i suoi salari diminuirono molto e le sue apparizioni aumentarono fin quasi allo sfinimento, tanto che l’attore tentò, invano, di rescindere anticipatamente il contratto con Bunn. A questo il periodo risalgono l’interpretazione di Antonio in Anthony and Cleopatra e un primo tentativo con il dramma King Lear.
Non appena poté, anche a seguito di una rissa con Bunn, Macready decise di fondare una propria compagnia, prendendo le redini del Covent Garden, e al progetto aderirono attori come Helen Faucit, Samuel Phelps, James Anderson, George Bennett e Mary Amelia Warner. La compagnia debuttò con The Winter’s Tale nel settembre 1837 e, negli anni successivi, il gruppo ottenne un discreto successo, soprattutto grazie a rappresentazioni di pantomime (particolarmente riuscita fu Harlequin and Peeping Tom of Coventry nel ’38) e di opere shakespeariane come King Lear, Coriolanus, As You Like It, Henry V e The Tempest (tutte fra il 1838 e il 1839). L’obiettivo della compagnia era quello di restaurare e riproporre su larga scala il repertorio classico, e il successo ottenuto ne dimostrò l’effettiva riuscita. Questo diede a Macready la spinta necessaria a lanciarsi anche nell’introduzione di nuovi pezzi: assieme a Edward Bulwer scrisse The Lady of Lyons che, inizialmente anonima, fu recepita con entusiasmo già a partire dal 1838.
Due anni dopo, probabilmente per ragioni finanziarie, Macready abbandonò l’ambito manageriale per tornare ad essere un semplice attore. In questo periodo si esibì molto all’Haymarket, ed intrattenne una relazione con la Faucit che dopo un po’ non gli fu più possibile nascondere. La cosa sembrò tuttavia non apportargli eccessivo scandalo, tanto che nel 1841 riuscì ad aggiudicarsi il controllo del Drury Lane. Fece subito restaurare e rimodernare il teatro, e programmò una stagione fittissima di pezzi shakespeariani, che portò in scena radunando buona parte della sua vecchia compagnia del Covent Garden; The Merchant of Venice, The Two Gentlemen of Verona, Much Ado About Nothing e un nuovo As You Like It sono solo alcuni dei titoli che quell’anno comparvero in cartellone. Lui stesso fu molto impegnato nella recitazione dei pezzi che proponeva e, in quello stesso periodo, gli affari col nuovo teatro presero una buona direzione. Del resto, i suoi principi guida erano rimasti invariatamente nobili: riportare in auge la grande eredità classica, incoraggiare la scrittura di nuovi pezzi, migliorare la qualità di recitazione e scenografia.
Nel 1843, quando ormai la sua carriera iniziava a volgere al termine a causa dell’età, salpò ancora una volta per l’America, con l’intento di ravvivare anche lì la passione shakespeariana, mentre l’anno dopo si recò invece a Parigi, dove recitò in numerose pièce assieme a Faucit, ottenendo un successo pari a quello americano.
Nel 1848 tenne la sua ultima tournée negli Stati Uniti, che fu tuttavia rovinata dallo scoppio di un gravissimo tumulto al teatro Astor Place Opera House (New York), nel quale persero la vita più di 20 persone. Macready ritornò in Inghilterra per le ultime rappresentazioni della sua carriera, ritirandosi dal palcoscenico dopo aver interpretato – al Drury Lane nel 1851 – il ruolo di Macbeth, il suo preferito, come performance d’addio. Nel 1852 la prima moglie morì inaspettatamente, e lui si risposò nel 1860 con Cecile Louise Frederica Spencer, molto più giovane di lui. Il matrimonio durò 13 anni, fino alla morte di Macready, avvenuta all’età di 80 anni, nell’aprile 1873.
Fu un attore dal netto taglio intellettuale, che si trovava a suo agio in parti ‘filosofiche’ quali Hamlet e Richelieu, ma che sapeva trasmettere anche una forte intensità emozionale. Al contrario, come il suo rivale Edmund Kean, sembrava piuttosto inadatto alle parti comiche. Sebbene probabilmente non fu un attore migliore di Garrick o Kean, rispetto a loro ebbe un ruolo più determinante per quanto riguarda le innovazioni dello stile di recitazione e delle tecniche di produzione drammatica, ruolo che contribuì a porre le basi per l’arte scenica moderna.
Bibliografia
http://www.oxforddnb.com/view/article/17741 Richard Foulkes, ‘Macready, William Charles (1793–1873)’, Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004. [Ultima consultazione il 10/06/2016].
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