La costruzione dell’Olympic Theatre ebbe inizio nel 1803 quando la Drury House, in seguito rinominata Craven House, fu abbattuta per far posto ad un nuovo complesso teatrale. I lavori furono incentivati dall’impresario Philip Astley, già proprietario dell’Astley’s Amphitheatre, e si protrassero fino al 1 dicembre del 1806, data in cui l’edificio fu aperto al pubblico col nome di Olympic Pavillon. L’esperienza di Astley come cavallerizzo, nonché la sua propensione all’arte circense influirono notevolmente sulle prime produzioni messe in scena all’Olympic Theatre. Si trattava, infatti, di esibizioni equestri e spettacoli comici pensati per intrattenere gli spettatori. Stando ai numerosi articoli pubblicati sul The Morning Chronicle, giornale per il quale scrissero William Hazlitt e Charles Dickens, il teatro era frequentato assiduamente dall’artista equestre Mr. Davis. Quest’ultimo riteneva che gli spettacoli d’equitazione non fossero unicamente un’occasione di divertimento, bensì un’opportunità per permettere al pubblico di acquisire maggiore familiarità con un’arte ancora poco conosciuta come quella equestre.
Nonostante ciò, gli articoli del giornale non attirarono abbastanza l’attenzione degli spettatori. Nel 1813, la direzione del teatro passò a Robert William Elliston, anch’egli già manager di successo presso il Surrey Theatre. Elliston si fece promotore di un’opera di rinnovamento totale, tanto dal punto di vista degli spazi quanto da quello degli spettacoli e, il 19 Aprile del 1813, il teatro riaprì col nome di Little Drury Lane Theatre. Tuttavia, l’instabile condizione economica di Elliston lo portò a mettere in vendita il teatro, acquistato da John Scott nel 1826 e successivamente affittato da Lucia Elizabeth Vestris nel 1830. Assieme al marito Charles James Mathews e all’attrice Maria Foote, Madame Vestris introdusse numerose innovazioni nell’area scenica. In occasione della messa in scena della commedia The Conquering Game (1832) di William Bayle Barnard, fu presentato per la prima volta il box set, ovvero uno spazio scenico estremamente dettagliato circoscritto da tre pareti, con la quarta parete corrispondente all’apertura sul proscenio. Si trattava, dunque, della simulazione di una stanza aperta direttamente davanti al pubblico. Sul piano artistico Madame Vestris produsse soprattutto burlette e pantomime nelle quali si esibì spesso come protagonista. La sua ultima apparizione all’Olympic Theatre nel 1839 segnò l’inizio di una fase di declino per il teatro che culminò nell’incendio del 1849. Ricostruito da F. W. Bushill, fu riaperto lo stesso anno, il repertorio non subì modifiche e il tono comico rimase inalterato.
Successivamente, l’Olympic Theatre fu chiuso per necessità di miglioramenti strutturali. Il Metropolitan Board of Works, organismo legato allo sviluppo delle infrastrutture nella città di Londra, stabilì che molti spazi dovevano essere ricostruiti in quanto potenzialmente pericolosi per il pubblico. Furono costruite nuove scalinate per agevolare l’uscita degli spettatori, e furono eliminate sei file di sedili, riducendo la capacità dello spazio a soli 889 posti. Henry Neville si occupò della gestione del teatro dal 1873 al 1879. In questo periodo furono inscenati molti adattamenti delle opere di William Wilkie Collins e di Charles Collette quali The Woman in White (1859), The Moonstone (1868) e Cryptoconchoidsyphonostomata, or While it’s to be Had! (1875).
Poiché il successo riscosso era molto ampio, gli spazi si rivelarono poco adatti ad accogliere un numero notevole di spettatori. Il teatro fu quindi demolito nel 1889 e ricostruito l’anno successivo con una capacità di 2.150 posti. Nel decennio successivo furono inscenate opere di natura diversa come Eugene Onegin (première inglese, 1892) di Pyotr Ilyich Tchaikovsky e una serie di drammi Shakespeariani che, tuttavia, si rivelarono fallimentari. L’ultima opera messa in scena all’Olympic Theatre fu A Trip to Midget Town, su libretto di Robert Breitenbach e musiche di Victor Hollander. Il 17 novembre del 1900 il teatro fu chiuso definitivamente per poi essere demolito nel 1904.
Bibliografia
Wearing, J. P., The London Stage 1890-1899: A Calendar of Productions, Performers, and Personnel, Lanham : Rowman & Littlefield, 2013 (2nd ed.).
http://www.arthurlloyd.co.uk/Olympic.htm ( “The Royal Olympic Theatre, Newcastle Street and Wych Street, London”, Arthur Lloyd.co.uk, ultima consultazione il 5/12/19).
https://www.britannica.com/art/box-set ( “Box Set”, Encyclopaedia Britannica, ultima consultazione il 5/12/19).