Volume II – Numero 1 (Primavera 1996)

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  • Vita Fortunati, Il concetto di Europa nel Romanticismo.
  • Raymond Trousson, Jean-Jacques Rousseau père du nationalisme?
  • Marylin Butler, Romanticism and Nationalism: talking to the dead.
  • William Keach, Byron’s internationalism. The Exiled Aristrocat in the Post-Napoleonic Era.
  • Raul Mordenti, De Sanctis, Manzoni e la Rivoluzione francese.
  • Roger H. Stephenson, Goethe’s Faust as “World Literature”: An Intercultural Reading.
  • Danièle Chauvin, Apocalypses romantiques. William Blake et Victor Hugo.
  • Luana Bombardi, Salvatore Viganò, profeta della modernità.
  • Mariagrazia Bellorini, Una trascrizione per il teatro inglese di “The Ring and the Book” di Robert Browning. “Pompilia” di David Graham (1928).
  • Annamaria Sportelli, Figure della complessità in “Arcadia” di Tom Stoppard.
  • Erina Siciliani In ricordo di Silvano Sabbadini.
  • Silvano Sabbadini Tradurre la poesia romantica.
  • Charles Tomlinson Charles Tomlinson talks to Juan Malpartida.
  • Like Greek Prose Fragments.
  • Serena Cenni George Gordon Byron, Manfred.
  • Gabriella Imposti Monika Greenleaf, Pushkin and romantic fashion. Fragments, Elegy, Irony.
  • Gioia Angeletti James Hogg, The Sterling/South Carolina edition.
  • Roberto Baronti Marchiò Anne K. Mellor, Romanticism & Gender.
  • Margherita Versari, Helmut Schanze, Romantik Handbuch.
  • Diego Saglia Leonardo Romero Tobar, Panorama critico del Romanticismo español.
  • Gabriella Imposti Serena Vitale, Il bottone di Pushkin.
  • Morag Harris William Wordsworth, A selection of His Finest Poems.
  • Fiona Stafford Duncan Wu, Romanticism: an anthology.
  • Convegno Internazionale Itinerante: bicentenario di John Keats (1795-1995).
  • Prometheus unplugged? Romanticisms past and future.
  • El Costumbrismo Romàntico.
  • Coloquio sobre el teatro romantico español.
  • Poetry and history.
  • The Fifth Coleridge Summer Conference.
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EDITORIALE

Lettera di G. G. Byron agli insorti napoletani

[ottobre? 1820]

Un inglese, amico della Libertà, avendo sentito che i Napoletani permettono anche ai stranieri di contribuire alla buona causa, bramerebbe l’onore d’aver accettato l’offerta di mille luigi, la quale egli azzarda di fare. Già testimonio oculare non molto fa della tirannia dei Barbari nei stati dei loro usurpatori dell’Italia, egli vede con tutto l’entusiasmo di un uomo ben nato la gloriosa deteminazione dei N[apolitani] per confirmare loro ben’ acquistata Indipendenza. Continua a leggere[/fusion_text]