Una grande intelligenza abbraccia tutto
di/a cura di: Campi Riccardo
Pubblicate postume (1678), le Massime della marchesa di Sablé hanno uno spiccato intento pedagogico e si prefiggono di guidare il lettore sulla via dell’honnêteté, ma rispetto a quelle più note di La Rochefoucauld rispecchiano una più decisa posizione agostiniana e antiaristocratica. Tradotte in italiano per la prima volta dal 1756, il commento puntuale dei testi che le accompagna in questa edizione tratteggia un efficacissimo quadro storico-critico del pensiero dell’autrice e del contesto culturale in cui vennero composte e circolarono.
La vita di Madame de Sablé offre tutti i tratti della gran dama del Grand Siècle: nata nel 1698 in una famiglia della più alta aristocrazia (il padre era “maresciallo di Francia”), in qualità di damigella d’onore entrò giovanissima a far parte del seguito della regina, Maria de’ Medici, e in breve, dopo il matrimonio nel 1614, diventò tra gli anni Trenta e Quaranta una delle figure di spicco della società parigina che si riuniva dei salotti più esclusivi ed eleganti, come quello della marchesa di Rambouillet, presso l’hôtel de Nevers, di cui fu una delle frequentatrici più ammirate, assurgendo a modello della femme précieuse. Con l’avanzare dell’età, e rimasta vedova, Madame de Sablé si avvicinò agli ambienti giansenisti, fino al punto di decidere di ritirarsi in una casa confinante con il convento di Port-Royal, dove, tuttavia, non smise di ricevere un ristretto gruppo di amici, tra cui spiccano i nomi di Pascal e Madame de Lafayette.
Madame de Sablé fu interprete lucida e priva di illusioni, nonché protagonista, delle contraddizioni, contrasti e splendori di un mezzo secolo di storia in cui, tra Richelieu, la Fronda e l’affermarsi del “regno personale” di Luigi XIV, la monarchia e la civiltà francesi s’imposero all’intera Europa, cioè al mondo civilizzato. A testimonianza del suo acuto spirito di osservazione, e della qualità stessa della sua scrittura, ci restano poche lettere, alcuni brevi testi di vario argomento e un’esigua raccolta di massime, apparsa postuma nel 1678, molte delle quali furono a lungo attribuite al suo grande amico, il duca di La Rochefoucauld, ma che bastano a fare di lei una delle autrici più significative dell’Età classica francese.
Edizioni di Storia e Letteratura
Una grande intelligenza abbraccia tutto