Illuministi
e illuminati
Prof. Valerio Marchetti (maggio 2008)
In
una fase storiografica delicata come quella degli ultimi vent'anni,
Lev Sternhell ha ripreso, in Les anti-Lumières (Paris:
Fayard, 2006), l'idea di universalismo, opponendosi alla restrizione
romantica – secondo il cui pregiudizio la poesia sarebbe
intraducibile perché legata all'ethos dei singoli popoli-,
circa l'intraducibilità della lingua.
L'Illuminismo
crede nella traducibilità e nella traduzione e cerca
di dare una spiegazione culturale delle formazioni linguistiche.
L'immagine che noi possediamo dell'Illuminismo è stata
filtrata dal Romanticismo, poiché è sulla produzione
delle categorie interpretative del passato che il presente
si fonda.
L'Illuminismo
si è opposto a tutto ciò che vi è, nell'essere
umano, di non razionale; in primo luogo, esso ha eliminato
completamente la tradizione mistica dell'Occidente, rivalutata
in Francia da Henry Brémond (Histoire littéraire
du sentiment réligieux en France) e dal gruppo di lavoro
che al Collège de France ruotava attorno a Baruzzi,
tra cui Michel de Certeau (Fable mystique).
Secondo questo studioso, la mistica ha rappresentato il tentativo
di scandagliare l'anima umana.
In
questa prospettiva, il romanzo erotico dell'Illuminismo è
il tentativo di liquidare la sessualità, trasformando
il corpo in macchina e costruendo la sessualità femminile
come qualcosa di animale.
Il movimento illuminista ha attuato una rigida separazione
tra il sesso ed i sentimenti.
Nella
tradizione mistica, è contemplata l'esistenza di relazioni
fisiche tra l'uomo e la donna.
Prima di essa, due erano stati i lasciti precedenti:
1) quello greco-latino;
2) quello ebraico-cristiano.
Nella
tradizione greco-latina, l'origine dell'essere umano è
rintracciata nell'acqua: secondo Talete, se l'acqua è
l'origine di ogni cosa, lo è anche dell'uomo; Anassimandro
sposta l'origine umana nel mare e con lui tutta una tradizione
greca (Anassimene, Empedocle, Senofane), fa di noi esseri
umani dei pesci trasformati, la cui origine è il mare.
Questa concezione si apparenta in qualche modo a quella biblica,
che vuole l'uomo creato dal fango (una mistura di polvere
del deserto e saliva di Dio).
Dopo Aristotele, le teorie evoluzionistiche diventeranno sempre
più complesse e si assisterà ad uno spostamento
del mito.
Il problema dell'origine dall'acqua non sarà ripreso
dal cristianesimo. Le nuove discipline (paleontologia, biologia)
del XIX secolo sembrano non tenere conto dell'assunto di Talete,
tuttavia le sue tesi, seppur perdute, sono rimaste sotterranee,
espresse nei miti dell'utero cosmico e della natura madre.
Risulta possibile, attraverso ricerche archeografiche volte
a raggiungere la semiosfera bassa (secondo la tradizione di
studi che vede la cultura come semiosfera – inaugurata
da A. Veselovskij e che attraverso M. Bachtin giunge fino
a J. M. Lotman e B. Uspenskij-), seguire il percorso di questo
figmentum artistico conservato in forma di mito all'interno
della cultura.
Il
modello biblico (Genesi) è stato ignorato dalla tradizione
illuminista, che ha d'altronde ridicolizzato l'intero testo.
Nel
1566 Theophrast von Hoheneim, meglio noto come Paracelso,
pubblicava, compreso – ma autonomo- all'interno del
Das Buch Meteorum, Das Buch Matricis (Liber de matrice, pubblicato
in latino tre anni dopo l'originale tedesco).
Questo testo, che esprime un pensiero per noi difficilmente
comprensibile in quanto espresso in forma analogica, presenta
delle difficoltà di traduzione.
Nel trattato del medico tedesco, il luogo materno in cui avviene
la gestazione è chiamato ‘Geber Mutter’;
la parola ha la medesima radice del verbo ‘geberen’(partorire)
e, mutata dall'apofonia, del verbo ‘geboren’(nascere)
e del sostantivo ‘gebört’(nascita).
Il termine latino usato, che rispetto al tedesco si connette
alla parola materia, è matrix, matricis, meno frequente
del suo sinonimo ‘uterus’. Il seno della terra
è l'utero da cui sono nate tutte le cose.
In greco non c'è un sostantivo per indicare l'utero;
‘hystera’ ha un'etimologia molto complessa, che
richiama tra l'altro anche le feste celebrate in onore di
Afrodite.
‘Meter’, nella lingua greca, non vuol mai dire
‘utero’, ma ‘madre terra’ e ‘madre
natura’. Nella lingua italiana, la parola 'matrice’
è presente nel Convivio dantesco. I commenti alla Divina
Commedia ci permettono di comprendere il processo di allargamento
della significazione dell'utero. I sinonimi che spiegano il
concetto sono circa un centinaio. Oggi la parola ‘matrice’
si usa assai di rado, come sinonimo di ‘grembo’,
che è una parola di sintesi: proviene dall’unione
di ‘gremium’, il seno, con ‘limbus’,
la cintola, ed indica la parte del corpo della donna che tiene
in braccio il bambino, nell’iconografia sacra della
religione cristiana e, già prima, nelle statue che
riproducono una donna morta.
Nell'iconografia della Madonna con bambino, il bambino appoggia
i piedi sulla coscia e la testa sulle braccia della madre.
Nel linguaggio degli affetti, c'è una tendenza sentimentale
della testa dell'uomo verso il grembo della donna e da parte
di questa ad attirare il capo di lui.
Nella trasformazione della narrazione del rapporto uomo-donna
operata dall'Illuminismo, questo gesto diverrà sesso
orale.
Paracelso vuole, con il suo trattato, rompere lo schema precedente.
Egli sceglie una strada mistica nella separazione tra il corpo
maschile e quello femminile.
In questo modo si delinea una filosofia della medicina altra:
una scienza dei rapporti tra macro e microcosmo fondata solo
sul corpo femminile.
In questa nuova filosofia, il segreto del meccanismo di formazione
del feto è invisibile agli occhi, non incomprensibile
alla mente.
Lo spettro del verbo latino ‘sentio’ si allarga
fino a ‘pensare’ (la sento come te).
Il francese ‘sentiment’ è più ampio
dell'italiano ‘sentimento’.
‘Sentire aliquem’ indica anche giacere con qualcuno
e gustarsi il corpo di questa persona.
Notevole l'espressione ‘sentire l'intoccabile’.
L'intento metodologico della lezione è di dimostrare
come il novecento europeo, attraverso Freud, abbia recuperato
la tradizione mistica.
In Paracelso l'origine della specie umana è nell'acqua
(il medico tedesco conosceva già il liquido amniotico).
Il corpo dell'uomo nasce e si forma nell'utero materno.
Il sistema così delineato è matrilineare : tutto
ciò che l'uomo riceve (anche il seme), lo ha ricevuto
dalla madre. Il maschio è solo veicolo della trasmissione
umana.
L'uomo è il suo sperma e dunque se il seme dell'uomo
è l'uomo stesso, dallo sperma che è in lui egli
si separa gettandolo nel ventre di una donna.
Ferenczi, nei suoi studi sull'eiaculatio precox, sottintende
questa separazione drammatica dell'uomo dal suo seme, percepita
come la perdita di una parte di sé. Solo l'illusione
riproduttiva può temperare questa perdita.
Questa concezione scardina quella antica e ingenera il meccanismo
matrilineare e richiama la tradizione mistica.
Le immagini dell'uomo pesce e della donna acqua creano una
analogia con le acque sulle quali Dio aleggiava prima della
creazione.
Il termine Eva, in ebraico, vuol dire vivente.
La presenza della matrilinearità nelle concezioni psicanalitiche
di Ferenczi e di Melanie Klein potrebbe essere riconducibile
alla matrilinearità della cultura ebraica. In effetti,
i Circoli di Vienna, Berlino e Budapest, nei quali Ferenczi
operava, erano composti esclusivamente di medici e scienziati
ebrei. Anna Freud, nel 1950, formulerà la questione
delle relazioni tra ebraismo e psicanalisi nella domanda “La
psychanalyse: un affaire à nous?”.
Nel 1912 per la prima volta Sigmund Freud, in Totem e tabù,
trasferiva l'osservazione di Haeckel sulle correlazioni tra
ontogenesi e filogenesi dall'ambito biologico a quello psichico.
Ferenczi la applicherà in seguito nei suoi studi sull'eiaculatio
precox (amfimissi degli erotismi nelle eiaculazioni precoci).
Secondo studi ungheresi sulle coppie sterili e sui rapporti
occasionali, l'uomo lamenta una sensazione di vuoto in seguito
a rapporti sessuali vissuti con lo scopo del solo piacere
fisico, che escludono il coinvolgimento psicologico (nei quali
è dunque presente la separazione tra sesso e sentimenti
ingenerata dall'Illuminismo).
Benché
le tradizioni illuministica e romantica abbiano cancellato
Paracelso, lo schema da questi proposto riemergerà
con Ferenczi.
La mescolanza di due elementi, come la fusione di due erotismi
in una superiore unità, riprendono lo schema già
proposto da Paracelso.
L'idea della mescolanza di angoscia e felicità nel
rapporto sessuale, come anche della presenza di istinti aggressivi
manifesti erano già presenti in Paracelso e saranno
riprese da Otto Rank (in Das Trauma des Geburt).
La versione sotterranea del mito delle origini resta presente
in filigrana nella cultura europea. Tutta la felicità
è stata posta in Eva, tutta la tristezza in Adamo.
Le due nature si sono quindi mescolate.
È infine interessante notare come, nella lingua ebraica,
il termine ?maskil' significhi illuminato.
Marilina Gianico