COURS

Activités séminariales - Université de Bologne

Bologna 2007-2008

Il Romanzo italiano del ‘700
Prof. A. Battistini
Università di Bologna

 

In questa lezione viene affrontato il tema del romanzo nel ‘700 attraverso l’analisi delle sue caratteristiche. Nel passaggio dalla civiltà dell’antico regime a quella moderna, cambia anche la prospettiva del letterato, che non è più un uomo di corte che vive di mecenatismo, ma un professionista che vive delle opere che vende. Nell’Introduzione al Tom Jones di Fielding si afferma infatti che lo scrittore non è più un padrone di casa che invita e sceglie il menu per i suoi convitati ma il proprietario di un ristorante, che deve accontentare gli avventori, i quali, poiché pagano, hanno il diritto di criticare.
Il pubblico quindi cambia: non si scrive più per pochi lettori come i nobili, ma per un pubblico più vasto, cioè borghese, che ricomprende anche le donne; si passa inoltre da una lettura di tipo intensivo, che prevede pochi libri letti approfonditamente, ad una estensiva, che contempla molti testi ma di valore commerciale.
Anche il rapporto tra soggetto e lettore si modifica: se la trattazione epica del ‘600 non permetteva al fruitore dell’opera di avvicinarsi all’altezza dell’eroe rappresentato, il protagonista del romanzo settecentesco permette invece una facile identificazione.
La tipologia del romanzo è inoltre molteplice. Con l’affermazione del ceto borghese c’è anche l’esaltazione dell’individuo, che porta alla forma del Romanzo Autobiografico, mal giudicato nel ‘600, perché visto come atto di superbia.
Continua la fortuna del Romanzo Picaresco, mentre si afferma il “conte philosophique” alla Voltaire. Compare, considerato il periodo di scoperta e riscoperta dell’antichità, il Romanzo Archeologico, in cui viene in auge un esotismo non spaziale ma temporale.
Considerevole è soprattutto il successo del Romanzo Sentimentale, basti pensare alla Manon Lescaut, alla Pamela o alla Nouvelle Héloïse, come anche di quello Utopico: i Gulliver’s Travels ne sono un esempio.
Non meno importante è il Romanzo Epistolare come quello delle Ultime lettere di Jacopo Ortis.
A questa varietà di forme corrisponde una diversificazione delle tematiche, che dal senso dell’onore inclinano verso l’idillio, l’erotismo, il patetico, il tragico e il sentimentale.
Il romanzo del XVIII secolo si rivela dunque essere un genere sperimentale e dunque fluido, considerato, proprio perché refrattario a regole, anarchico e sovversivo, fino ad essere giudicato dalla critica italiana negativamente, soprattutto nel confronto con quello del secolo successivo, più attento ed accurato dal punto di vista psicologico.
Un’analisi maggiormente obiettiva del Romanzo del ‘700 è relativamente recente e presenta una rivalutazione del genere, che oltre a delectare, tenta anche di avere fini didattici, ovvero di docere.

Stefania Santalucia