L'interpretazione
psicanalitica dei testi letterari
Freud e la Gradiva
Prof.
Ruggero Campagnoli (Maggio 2004)
Presentazione
e commento dell'opera Gradiva di Wilhelm Jensen
(1903) e dell'interpretazione che Sigmund Freud ne propone
nel 1907 col saggio "Delirio e Sogni nella Gradiva
di Jensen" in Saggi sull'arte, la letteratura
e il linguaggio, Torino, Boringhieri, 1969.
Alcune lezioni sono state dedicate a quest’opera, con
l'obiettivo di analizzare e comprendere l’interpretazione
psicoanalitica moderna dei testi letterari, introdotta
nella critica letteraria europea principalmente da Freud
agli inizi del '900.
Dopo una lettura ed un'analisi letteraria e stilistica
del romanzo di Jensen, si è presa in considerazione
la lettura proposta da Freud con gli strumenti della psicoanalisi
e dell'interpretazione dell'inconscio psicologico e del
passato dell'individuo, strumenti già presentati
dallo psicologo tedesco nell'Interpretazione dei sogni.
In questo caso, la novità è rappresentata
dall'applicazione di questi stessi strumenti di analisi
clinica alla critica letteraria e allo studio del carattere
dei personaggi fittizi di un romanzo.
Ci
si è concentrati sull'esposizione freudiana del
sottile gioco di doppi sensi impiegato da Jensen: in gran
parte degli episodi della storia narrata, infatti, si
può distinguere un senso detto da Freud "manifesto",
che rappresenta il significato evidente connesso alla
realtà esterna percepita dal protagonista, e un
senso detto latente o "inconscio", che rimanda
a ciò che Freud definisce il "rimosso",
ovvero quegli elementi e quelle figure della vita psicosessuale
passata di Hanold che egli ha rimosso col suo blocco verso
la sessualità e che vengono di volta in volta risvegliati
dalla figura femminile di Gradiva-Zoe.
Tenendo
presenti questi elementi, si è osservato un episodio
particolare, quello in cui il protagonista si precipita
in strada in vestaglia perché crede di aver visto
la Gradiva camminare per la via. In questa scena emergono
vari elementi che alla fine del romanzo potranno essere
interpretati alla luce della lettura psicoanalitica (la
giovane donna che cammina inarcando il piede come la Gradiva,
il canarino, ecc.), e le espressioni e i termini impiegati
da Jensen rendono bene questo gioco di doppi siginificati
manifesti e inconsci. In questo senso, la frase più
esemplare nell'espressione di questa doppia vita psicologica
inconscia del protagonista è quella proferita da
una vecchia signora che, visto Hanold arrivare in strada
in veste da notte, gli domanda (nella traduzione italiana):
"Che cosa facciamo, giovane, cerchiamo il letto nella
strada?".