COLLOQUES THÉMATIQUES

21 avril au 28 novembre 2005

L’émergence de l'inconscient dans la littérature européenne

Séminaire international sur l'Émergence de l'inconscient dans les littératures européennes, organisé par le DESE en collaboration avec Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna.

7 juin 2005

Clara Muscatello e Paolo Scudellari
Incursione nel mondo della mania: Happy Days di Samuel Beckett

Definita la mania come una condizione psicopatologica caratterizzata da grande euforia, fuga delle idee e definito il quadro clinico di tale condizione, con riferimento alle teorie di Winnicot e Bion, il discorso della Professoressa Muscatello e del Professor Scudellari, si è spostato sull’analisi del monologo di Winnie figura centrale di Happy Days di Samuel Beckett in cui la desolazione esistenziale dei personaggi, resa evidente dalla loro condizione e posizione sulla scena, cerca di essere mascherata dal discorso della donna, nel quale i due psichiatri riscontrano gli schemi linguistici tipici del quadro maniacale.
Il pensiero autentico, creativo, viene, in Happy Days, sostituito dal non-pensiero, dal susseguirsi di stereotipi linguistici e di frasi fatte. Il pensiero creativo genera dei simboli per esorcizzare la perdita dell’oggetto d’amore; tale perdita viene compensata creando un oggetto simbolico riparatore, definito da Winnicot “oggetto transizionale”. La mania, al contrario, nasce dalla negazione del dolore; la parola, il discorso a ruota libera e spesso su argomenti futili, rispecchiano dunque una necessità di allontanarsi dall’oggetto perduto. La difesa maniacale funziona come negazione di ciò che crea angoscia, che può essere una perdita, un’assenza, la morte. Si può considerare, secondo la professoressa Muscatello e il professor Sudellari, il testo di Beckett come una vera e propria analisi strutturale del discorso del maniaco. Nel monologo di Winnie, la parola, diventa strumento per colmare il vuoto della morte e del nulla, essa è dilatata e tende ad occupare tutti gli spazi, tutti i silenzi rivelatori del vuoto esistenziale dei personaggi.
Sono stati analizzati dei frammenti del testo alla ricerca dei comportamenti linguistici stereotipati del maniaco e che si possono così riassumere:
• tendenza all’enumerazione
• descrizioni estremamente dettagliate
• ripetizioni di parole o di piccole frasi
• portare avanti il discorso associando parole o frasi per assonanza.

La prospettiva psichiatrica adottata nell’analisi del testo teatrale ha evidenziato la ricchezza del testo beckettiano che si offre a diversi livelli di lettura, al di là del discorso critico-letterario e riesce a rendere meccanismi linguistici che rientrano perfettamente nei canoni del linguaggio psicopatologico a dimostrare l’estrema capacità ed efficacia di rappresentazione del disagio esistenziale portata avanti da Beckett in Happy Days.

Valentina Fenga (Università di Bologna)