La saggezza del filosofo ignorante. Voltaire e la filosofia
di/a cura di: Campi Riccardo
I due poli dialettici entro cui s’inscrivono i presenti studi dedicati ad alcuni aspetti del pensiero di Voltaire sono rappresentati, da un lato, dal suo problematico statuto filosofico e, dall’altro, dalla sua attualità, la quale, oggi, ci appare non meno problematica. La lettura di due opere come le Lettere filosofiche e Candido, che furono tra le più diffuse del loro secolo (e che ancora oggi sono tra i suoi testi più letti), permette di analizzare in dettaglio quello che fu l’oggetto e lo stile della “scrittura filosofica” di Voltaire e, al contempo, quelli che furono i suoi principali bersagli come polemista. Da essa emerge un’immagine del pensiero di Voltaire in cui la forma della scrittura (ovvero il suo stile, tanto saggistico che narrativo) è funzionale a un preciso progetto filosofico, che, a grandi linee, corrisponde a quello illuminista.
D’altra parte, lo studio della “filosofia della storia” di Voltaire quale si configura nei numerosi testi di metodologia storiografica ch’egli compose nel corso della sua vita permette di porre in evidenza la coscienza ch’egli stesso ebbe della funzione storica della propria missione di filosofo, di polemista e di storico nel quadro di una più ampia concezione del divenire della civiltà e del contrastato, e tutt’altro che banalmente progressivo, imporsi dei lumi della ragione nel corso del Settecento. Chiarire il senso dell’interesse di Voltaire per la ricerca storica e del suo metodo storiografico rende possibile anche una più precisa valutazione dell’attualità del pensiero voltairiano inteso non come eredità da conservare come mero patrimonio culturale, ma come modello di un rapporto critico con il proprio presente.